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98 DEGLI ANNALI


regno fu fatto vassallaggio, e Tiberio per quell’entrata sgravò l’un per cento1, e lo ridusse a mezzo. Abbatteronsi ancora i Comageni e i Cilici, per la morte d’Antioco e di Filopatore loro regi, a travagliare, volendo chi re, chi Roma ubbidire; e la Soria e la Giudea, stracche dalle angherie, chiedevano alleggerirsi il tributo.

XLIII. Tutte queste cose adunque e l’altre dette dell’Armenia, Tiberio contò a’ Padri e conchiuse: Non poter l’Oriente, se non la sapienza di Germanico acquetare; essendo egli oggimai vecchio e Druso non ancor fatto2. Allora per lor decreto, Germanico ebbe il governo d’oltre mare, e ovunque andasse, sovrano, a qualunque reggesse, o, per tratta o a mano. Ma Tiberio levò di Soria Cretico Silano, che aveva impalmata una figliuola a Nerone, primo figliuolo di Germanico; e misevi Cn. Pisone, uomo rotto, soprastante e feroce come il padre, che nella guerra civile aiutò valorosamente le parti risurgenti in Affrica contra Cesare; poi seguitò finito e Cassio; ebbe grazia di tornare a Roma; e non si dichinando a chieder onori, Augusto l’ebbe infino a pregare che accettasse il consolato. Ma oltre a’ paterni spiriti, la nobiltà e le ricchezze di Plancina sua moglie lo ringrandivano. A Tiberio appena cedeva; i suoi figliuoli, come molto da meno, spregiava. Conoscevasi piantato in Soria per tener basso Germanico; e alcuni

    sia, quantunque non trovasse mallevadori per la somma bisognevole al suo sindacato, non fu lasciato incarcerare.

  1. Questo era di tutte le cose che si vendevano. E parea grave al popolo; dal quale pregato Tiberio di levarlo, lo negò; e qui lo ridusse a mezzo per cento.
  2. Non maturo a tanto governo; metafora nostra.