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131 ATTO VANNUCCI - DISCORSO SU TACITO

figliuoli: reputasi a gloria aver molta prole. A Roma la corruzione cammina in trionfo, e depravatissime sono le donne: alcune coi troppo spessi divorzi si fanno peggio che meretrici: a serve e nutrici affidata la prole: si uccidono i figli nel ventre, o si espongono appena nati, e l’orbità è tenuta in onore.

È superfluo continuare a riferire le allusioni a cui mirava la mente di Tacito. Può facilmente vederle di per sè chiunque legge questa scrittura con un poco di pratica della storia di Roma. Parecchi scrittori confrontarono anche le antiche istituzioni germaniche con quelle dell’Europa moderna, e ne rilevarono le somiglianze. Molte cose notò già il Montesquieu il quale trasse i principii del diritto pubblico di Francia dalla Germania di Tacito. Altri avvertì come la cavalleria, l’amore alle avventure, il culto della donna e molte altre costumanze del medio evo ebbero il loro principio dalle primitive istituzioni dei Germani descritte da Tacito, e fecero vedere come le leggi saliche e ripuarie molto risentono di esse. Noi lasceremo da banda questo confronto che non è del nostro argomento. Diremo solamente che alcune rassomiglianze appariscono, e che nella Germania di Tacito si vedono i germi di alcune istituzioni moderne: ma non crediamo per questo che abbiano ragione coloro che tutto fanno venire di Germania, e che obliando che Roma fu di ogni istituzione insegnatrice alle genti, vogliono ad ogni costo considerare i barbari come i maestri della nostra civiltà.

Appena che Tacito ebbe tentato il suo ingegno con questi scritti minori, sentì che le sue forze eran gagliarde, e cercò un argomento in cui metterle a prova più grande. Dopo aver mostrato a Roma Britanni e Germani prese a mostrare Roma a sè stessa. Dapprima pose