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126 | ATTO VANNUCCI - DISCORSO SU TACITO |
za. Tacito questo non dice: ma ammirando quel fiero amore di libertà, e notando qual concetto i Britanni avevano dei Romani e di sè, fa sentire, senza forse volerlo, quali saranno le loro sorti in futuro. Certo è che col tramandare alla posterità tutte le notizie che potè raccogliere sulla vita, sull’indole e sulle geste della nazione britanna, egli rese un gran servigio a quei popoli: e perciò con ragione anche gl’Inglesi di oggidì considerano la vita di Agricola come la prima pagina di loro storia.
Così pure è considerato come l’introduzione degli annali germanici e come il principio della storia moderna d’Europa il discorso sulla Germania che Tacito scrisse subito dopo la vita di Agricola. Se anche l’autore non visitò da sè stesso i paesi germanici come alcuni supposero, egli potè facilmente aver modo a conoscere molte cose dei costumi, delle istituzioni e della vita di quella nazione. Da lungo tempo Roma avea che fare con essa per ragioni di pace e di guerra. Gli ostaggi e i prigioni dall’una parte e dall’altra, le scorrerie frequenti dei Romani tra il Reno e il Danubio, la gioventù germanica militante fra le armi romane, i viaggi dei mercatanti, le negoziazioni, i legami di ospitalità e le ambascerie da Germania a Roma, e da Roma a Germania aveano dato occasione a studiare quel popolo singolarissimo. Livio scrisse dei loro costumi e delle loro guerre con Roma. Plinio il vecchio dopo aver veduto da sè stesso i paesi situati sul Reno scrisse di quelle guerre una storia particolare che è citata più d’una volta da Tacito. Ma questi libri ci furono invidiati dal tempo; e se non rimaneva il discorso di Tacito, non avremmo saputo quasi nulla di ciò che su questo argomento fu a notizia degli antichi. Essi racchiudevano la Germania in arbitrarii confini e la vera estensione e posizione di essa