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Il primo scrittore che facesse distinzione fra Galli e Germani fu Cesare. Durante la sua campagna in Gallia, egli varcò il Reno due volte, trovando così occasione di conoscere i popoli germanici, e i loro costumi. Certo, le informazioni di Cesare furono incomplete, e dei Germani l’uomo d’armi osservò sopra tutto le attitudini guerriere. Ben diverso fu lo studio che, un secolo e mezzo più tardi, con più sicuri documenti, fece della Germania Cornelio Tacito.

L’opera del grande storico ci offre la prima descrizione ragionata di quei popoli che distrussero, dapprima, l’Impero Romano, e che poi, mescolatisi ai vinti, diedero origine alle moderne nazioni d’Europa. I Germani descritti da Tacito sono stato quasi di barbarie; in essi, tuttavia, ritroviamo, seppure ancora in germe, le istituzioni che ebbero il massimo sviluppo nell’età di mezzo, come il feudalismo, la cavalleria, la faida, il guidrigildo, etc.

Sugli intenti e sul carattere dell’opera sono state avanzate varie ipotesi; ma non v’è dubbio che la Germania non sia uno scritto etnico-politico, compilato con severità di studioso, seppure occasionale, nel senso più nobile della parola: nessun argomento più attuale, infatti, e più importante dei Germani che, ai tempi di Tacito, urgevano contro i confini.

La Germania fu pubblicata tra il 98 e il 100 dopo Cristo.


Cap. I

Tacito descrive la Germania Magna, cioè quella indipendente, di là dal Reno. Quella di qua dal fiume era già soggetta ai Romani.

«I monti»: intendi i Carpazi. La regione abitata dai Germani indipendenti, dunque, era compresa fra il mar Baltico, il mare del Nord, il Reno, il Danubio, una parte dei Carpazi. Verso oriente, non esistendo barriere, la «reciproca paura» separava i Germani dai Sarmati, abitanti lungo la Vistola.

Per «Oceano» intendi il Mare del Nord e il Baltico insie-