Pagina:Svevo - Una vita, 1938.djvu/61

in ambedue le mani; diede ad Alfonso un’occhiata torva e, senza fermarsi, gridò a Giuseppe: 

— Gli tolga dunque di mano quel foglio! 

Sanneo sul tardi gli diede da fare ancora due o tre lettere, e per ultimo lavoro dovette spedire delle cambiali. White lo aiutò anche qui perché Alfonso aveva riguardo di maneggiare quei bollettini di carta tanto preziosi. 

Sbollito il primo zelo, copiando nella lettera quegl’importi vistosi, Alfonso calcolava quale minima frazione di ogni singolo gli sarebbe bastata per vivere tranquillo al suo villaggio. 


VI


Già il giorno appresso il lavoro di Alfonso aumentò. Sanneo, che nulla sapeva dell’aiuto prestatogli da White, trovava che le lettere di Alfonso non lasciavano nulla a desiderare e si credette autorizzato a dargli da fare di piú ed un lavoro piú serio. Quel giorno ancora White aiutò; il terzo giorno arrivò la liquidazione di Parigi che White doveva rivedere e Alfonso rimase abbandonato a se stesso. A mezzodí ricevette una prima sgridata da Sanneo, alla sera Sanneo andava raccontando per la banca che due giorni di lavoro erano bastati per far incretinire Alfonso. Lo chiamò ordinandogli di rifare metà delle lettere ch’egli aveva corrette e Alfonso dovette confessargli che nei giorni precedenti era stato aiutato da White. Sanneo si calmò, ma da allora lo trattò piú bruscamente. 

Il suo lavoro divenne cosí piú disaggradevole. Gli era stato proibito di farsi aiutare da White per il quale Sanneo serbava un po’ di rancore e, in luogo di dargli le istruzioni, spesso Sanneo gl’indicava il giorno in cui era stata scritta una lettera identica, gli ordinava di cercarsi il copialettere e di copiarla. Non era cosa facile trovare i copialettere alla banca Maller! Fra tanti impiegati che li usavano, bisognava correre dalla contabilità fino alla cassa, e piú volte, perché nessuno aiutava; ognuno badava alle cose sue