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Macario si mise a ridere cosí di gusto che Alfonso lo invidiò. 

— Ci tieni tanto alla tua fama di artista? Perdonami l’osservazione, la ritiro! 

Alfonso si alzò per primo. Francesca si levò in piedi anch’essa e lo incaricò di salutare la signora Carolina. Annetta rimase seduta a discutere col cugino. Costui però si alzò deciso anche lui di andarsene e gridò ad Alfonso: 

— Se mi attende vengo con lei. 

Lusingato, Alfonso attese. 

Macario, sempre molto allegro, stringendole la mano, disse ad Annetta: 

— Un’altra volta, mia cara cugina, non dubitarne, preciserò le mie critiche! 

In tono scherzoso ma superbamente, Annetta rispose: 

— Non me ne importa; se c’è da correggersi, troverò il modo di correggermi da sola. 

Ella porse la mano anche ad Alfonso; le due mani si toccarono ambedue inerti e ricaddero. Vedendola impallidire, Alfonso fu spaventato, ma dopo si sentí soddisfatto di aver trovato il modo di dimostrare anche lui la sua indifferenza. 

Sulla via i due uomini si fermarono. 

— Ella va per di là? — chiese Macario accennando verso il mare. 

— No, — rispose Alfonso, — veramente verso il Corso. 

— Mi faccia il piacere di accompagnarmi per un pezzetto. 

Si abbottonava lentamente la pelliccia mentre Alfonso con un brivido cacciava le mani nelle tasche del suo cappottuccio. Senz’attendere risposta al suo invito, Macario si diresse lentamente verso la riva. 

— Ella vede mia cugina per la prima volta? — e udita la risposta affermativa di Alfonso: — e per l’ultima, eh? — chiese con un risolino che nell’oscurità suppliva perfettamente al suo gesto abituale. 

Alfonso credette di dar prova di grande coraggio rispondendo con franchezza: 

— Sí! Lo spero!