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poi un accento d’ingenuo rammarico: «Non so piú come trattarvi, o Annetta, perché voi forse mi odiate,» e poi d’ironia altrettanto ingenua: «Firmo con nome e cognome perché al nome solo forse non mi riconoscereste.»
Non dormí ma era cessato quell’avvilimento che piú volte gli aveva cacciato le lagrime agli occhi. Ora l’agitazione era di tutt’altra specie e facilmente scoperse che gli era derivata da quelle due frasi piú dolci, quasi da innamorato imbizzito dirette ad Annetta. Come aggradevolmente lo molceva il pensiero che il giorno appresso l’avrebbe riveduta! Ecco, un’altra volta dimenticava le faccie nemiche che lo circondavano dinanzi a quel viso che per lui aveva arrossito e impallidito d’amore. Per lui solo, non per Macario; lo sapeva da Macario stesso che aveva negato che su quel volto la passione potesse gettare la sua ombra.
Non gl’importava piú neppure dello scopo per cui chiedeva quel colloquio; il suo desiderio principale era di riabilitarsi agli occhi di lei, farle sentire ch’egli non era l’avventuriere ch’ella supponeva. Non sarebbe perciò tramontato il progetto di matrimonio con Macario, ma nel cuore della donna che aveva amata sarebbe rimasto per lui un sentimento affettuoso di riconoscenza e d’amicizia che a lui sarebbe bastato.
Andò immaginando le parole che le avrebbe dette. Non si sarebbe scusato di averla sedotta perché sarebbe stato poco abile. La sua passione lo aveva trascinato e non sapeva pentirsi di un atto che gli aveva procurato la maggiore felicità di cui in sua vita avesse goduto. Lo sapeva per averlo letto: Le donne perdonavano sempre gli omaggi alla loro bellezza e in qualunque modo venissero fatti, magari anche fossero delitti. Poi non avrebbe speso molte parole per rassicurarla sul suo conto, renderla certa che si sarebbe piuttosto lasciato ammazzare che dire una sola parola del segreto che a lei lo univa. Un tanto ella avrebbe dovuto comprendere dal suo contegno senza ch’egli si abbassasse a dirlo. Non le avrebbe detto parole d’amore quantunque sarebbe stato felice di poterle dire che l’amava. Nella sua miseria non sapeva piú disprezzare quell’amore. Se soltanto ripensandoci s’era sentito riconfortato da tanto avvi-