Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
possa essere degenerato in tale modo. A lui sembra che io l’abbia tradito, ma per amicizia a lui io non poteva mica sacrificare la maggior fortuna a cui io possa mai aspirare. Io però volevo restare suo amico e si poteva limitare la rivalità a quel solo punto. Egli invece perdette la testa in modo indegno.
L’indignazione di Ciappi era bellissima, umana, ma alla banca si diceva ch’era lui che aveva le maggiori probabilità di vittoria, e infatti, con la sua scienza legale, doveva apparire piú idoneo al posto di dirigente che l’altro con la sua filologia, e perciò Alfonso, pur dicendo di dargli ragione, pensava che al posto di Rultini neppur Ciappi sarebbe stato tanto ragionevole e calmo.
Ebbe anche l’occasione di sentire dall’altro le sue ragioni. Era andato in contabilità a cercarvi un copialettere e s’era fermato a parlare con Miceni, mentre Rultini in un canto con Marlucci discuteva focosamente ma a bassa voce. Miceni fece cenno ad Alfonso di tacere e stettero ambidue ritti ma in attitudine di parlarsi, cosí che gli altri due infervorati sempre piú non si accorsero di essere ascoltati.
Rultini per primo alzò la voce:
— Egli sapeva che io assolutamente avevo bisogno di quel posto perché la mia posizione qui non è sostenibile, mentre a lui il mutamento apporta poco vantaggio. Il suo è quindi un tradimento.
Anche Marlucci gridò per farsi udire, ma pacatamente, da persona cui è facile vedere le cose oggettivamente. Disse che non si poteva esigere da nessuno che rinunziasse ad una tale buona fortuna per amicizia e ch’egli dava torto a chi per primo aveva fatto di una rivalità d’affari un’inimicizia privata. Sarebbe stato dovere di Rultini di fare al piú presto la pace con Ciappi.
Rultini gridò ch’era disposto a tutto, magari a rinunziare volontariamente al posto ambito, ma non a fare questa pace. Asseriva che questo suo odio non era nato per il solo fatto della loro rivalità in affari, ma perché all’osteria, dinanzi ad altre persone, senz’alcun riguardo, gli aveva rimproverato un errore fatto nell’ultima liquidazione.