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XVIII
Alla banca, passando il corridoio per recarsi alla sua stanza, Alfonso provò la stessa acuta sensazione di malessere del giorno innanzi. Non incontrò nessuno che gli dispiacesse, ma fu lieto quando si trovò nella sua stanzuccia. Si stava molto male là dove si poteva trovarsi d’improvviso a faccia a faccia con Maller.
Alchieri lo salutò col suo modo brusco e sempre scherzoso. Gli raccontò che aveva letto il copialettere e che s’era meravigliato del grande numero di sue lettere che ci aveva trovate.
— Bada di non lavorare troppo perché danneggeresti gli altri!
Quest’osservazione soddisfece Alfonso. Se Alchieri s’era accorto della quantità enorme di lavoro da lui fatto, tanto piú facilmente se ne sarebbe avvisto Maller che ad ogni lettera doveva apporre la firma.
Verso le dieci, Alchieri si preparò per andare ai funerali di Jassy. Si doleva dei cinque franchi che gli avevano fatto sborsare:
— Almeno voglio assistere ai funerali e stare per un’ora lontano dall’ufficio.
Ci andò come ad una festa.
Invece ad Alfonso sarebbe dispiaciuto di dover andarci perché certamente v’interveniva anche il signor Maller. Venne levato d’imbarazzo da Sanneo il quale gli disse che lo pregava di rimanere lui alla banca, visto che tutti gli altri della corrispondenza, per aver avuto piú intima relazione con Jassy, desideravano di rendergli l’ultimo omaggio. Era necessario che qualcuno rimanesse alla corrispondenza perché, quantunque fosse probabile che il signor Maller andasse anche lui al funerale, espressamente non lo aveva detto e poteva, rimanendo alla banca, aver bisogno di qualche lettera o informazione. Alfonso trasalí in modo che Sanneo se ne accorse.
— Oh! non le chiederà gran cosa! — gli disse per tran-