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avesse terminata la sua toletta piú complicata di molto. Il vecchio nel suo pastrano troppo piccolo che la moglie gli aveva aiutato ad infilare continuava a parlare, sempre ancora sperando di terminare la giornata con un affare; ma Alfonso, che per un istante era stato là là per cedere, si rammentò ad un tratto di tutte le dolorose difficoltà del suo stato finanziario e con voce alquanto alterata espose in cifre le sue entrate e i suoi esborsi concludendo che assolutamente non poteva neppur sognarsi di aumentare le spese. Per timore di vedersi gettato in nuovi imbarazzi finanziarî ebbe frasi incisive; non voleva udire altri ragionamenti diffidando della propria fermezza. Poi gli parve che il signore ed anche la signora Lanucci lo salutassero piú freddamente del solito, quantunque la signora non omettesse di augurargli la buona fortuna. Lucia lo salutò con un inchino e, augurandogli il buon divertimento, gli porse con gesto studiato la mano affilata. 

Alfonso rimasto solo, per lasciar trascorrere ancora qualche poco di tempo prima di recarsi dai Maller che, forse, ancora non avevano terminato di cenare, rilesse la lettera della madre. 

Nella lettera la vecchia Nitti parlava molto delle speranze ch’ella riponeva in Alfonso; diceva di aver scritto alla signorina Francesca Barrini governante di casa dei Maller per raccomandarlo. Poi, per tutta la lettera aveva sparso saluti da singoli amici del villaggio di cui la vecchia signora con tutta pazienza indicava nome e cognome con l’aggiunta — ti saluta tanto, — infine due linee di baci ed abbracci e la firma: — tua madre Carolina. 

Di sotto però, preceduta da un P.S. c’era la frase: — Da due giorni non sto molto bene; oggi però sto meglio. 


IV


Alfonso credeva di avere dello spirito e ne aveva di fatto nei soliloqui. Non gli era stato mai concesso di farne con persone ch’egli stimasse ne valessero la fatica, e, re-