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A questa soluzione non aveva pensato durante la lunga giornata, ma non appena rammentata da Francesca la riconobbe quale la piú probabile e nello stesso tempo la piú felice. Infatti non era quasi certo che l’ambizione di Annetta, per breve tempo dimenticata, riconquisterebbe subito il suo posto avendolo occupato sempre fino ad allora? Era una soluzione felice perché, mentre egli aveva temuto di venir costretto a fare lui la parte di traditore, tutto ad un tratto diveniva il tradito e non gli restava altro compito che di dare generosamente il suo perdono, cosa facile e aggradevole. 

— Allora per lei tutto è perduto! — disse Francesca con voce che per dare maggior serietà a queste parole ridivenne calma per un istante. — Io non capisco le ragioni per cui agisce cosí e non mi curo di conoscerle; se abbandona la città anche soltanto per pochi giorni, non rivedrà mai piú Annetta. 

— Devo partire se Annetta me lo ordina. 

— È tanto evidente la giustezza di quanto le dico che non posso fare a meno di pensare che di Annetta nulla le importi oppure che tutto ad un tratto ella abbia perduto il lume dell’intelletto. 

Parlava a casaccio senza molto riflettere a quello che diceva e Alfonso lo sentiva, ma non per ciò dimenticò di rispondere a quelle parole che lo colpivano nel vivo. 

— A me di Annetta importa quanto della luce dei miei occhi, — e fu soddisfatto dalla frase. — Ma non voglio rubare il suo amore; voglio che mi venga dato spontaneamente. — Poi gli riuscí di trovate l’intonazione e la parola giusta. — Io non so che farmene di un amore che avrebbe a cessare nello spazio di otto giorni, ed ora che ella mi ha messo in dubbio, se Annetta stessa non avesse proposto questo viaggio, lo proporrei io. 

Ella rise con disprezzo. 

— Ha trovato il modo di dare il nome di dignità alla sua freddezza. 

Era di nuovo giusto; per caso ella aveva capito quale parola maggiormente lo avesse offeso e insisteva alla cie-