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be stato liberato dai dubbî ch’erano di molto piú gravi di quelli ch’egli poteva sopportare. Sapeva che in questo caso Annetta, non che sua amante, non sarebbe stata piú neppure sua amica e ch’egli sarebbe ricaduto fra il volgo degl’impiegati da cui non era distinto che da questa sua relazione. Ma anzitutto desiderava di riavere la sua pace e la sua tranquillità. 

A casa lo attendeva una lettera. Era di Annetta; ne riconobbe subito la scrittura, certi tratti rotondi e piccolissimi ch’egli aveva avuto l’occasione di conoscere lavorando con essa al romanzo. L’aperse subito. Forse in quella lettera v’era la parola che lo avrebbe tolto alla sua tortura. Potevano esserci o nuove affettazioni d’amore, o scuse ricercate per liberarsi da lui. 

S’ingannava! Nella lettera non trovò nulla di affettato. 

Scritta per raccontargli qualche cosa ch’egli non ancora sapeva, era dapprima tutta dedicata a questo fatto, un’esposizione serrata con qualche piccola osservazione che doveva togliere dei dubbî o prevenire qualche opposizione. Annetta cominciava col premettere con poche, semplici ma affettuose parole, ch’essi formavano ora una sola persona in quanto a scopi e interessi e che perciò ella si attendeva ch’egli riponesse intera fiducia in lei. Avrebbe perciò anche agito senza fargli ulteriori comunicazioni che, ella lo comprendeva, non potevano essergli aggradevoli. Ma ora le occorreva il suo aiuto. Ella intendeva di andare dal padre e dirgli subito tutto. Sarebbe stata una brutta scena e non c’era da meravigliarsene perché la sorpresa e anche il dolore non dovevano essere piccoli nel vecchio Maller che per la figliuola, a torto, ella s’affrettava di aggiungere, aveva sognato tutt’altra cosa. Ella non poteva ripromettersi di fargli mutare cosí presto di parere, e cosí Alfonso, per breve tempo bensí, ne era certa, sarebbe rimasto esposto a degli sgarbi forse anche a delle brutalità. Amandolo, ella avrebbe sofferto per ogni parola meno che dolce che a lui fosse stata diretta, e, per il decoro di Maller, gli proponeva che abbandonasse per qualche tempo la città. Aveva già detto al padre che Francesca aveva il desiderio di mandarlo con