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barazzo e fu quella la volta ch’egli dovette fare il maggior sforzo per non toglierla all’umiliazione ch’egli sentiva come propria. Ma resistette, e per quella sera Annetta rimase imbarazzata, meno disinvolta del solito, e Francesca, che poco dopo sedette al suo solito telaio, ebbe un lieve sorriso di soddisfazione fatto proprio acciocché venisse veduto da Alfonso.
In luogo di perdere tanto tempo inutilmente col rileggere il romanzo, Alfonso propose e Annetta accettò, di correggerlo insieme, esaminare frase per frase e poi appena terminarlo. Il lavoro era noioso, ma meno pericoloso per le relazioni letterarie fra’ due collaboratori perché nessuno dei due aveva gusti troppo raffinati in fatto di lingua, e Alfonso, per quel poco che l’avrebbe voluta piú sobria, si adattava facilmente al gusto di Annetta avendole già fatto altre concessioni e comprendendo che, svolto a quel modo, il romanzo non poteva essere vestito che di panni dello stesso gusto, melodrammatici e chiassosi.
Annetta doveva aver riflettuto lungamente allo strano contegno di Alfonso perché la sera appresso egli la trovò tranquilla e serena, sempre amichevole, con una certa aria di superiorità sorridente che le stava bene. Al vederli ora insieme, sembrava che per un tacito accordo fossero ridivenuti buoni amici e null’altro, Alfonso persino timido. Ah! invece egli soffriva già disperando, e rimpiangeva quelle serate in cui non ancora gli era stato consigliato di essere astuto. Era molto male ch’ella non gli tenesse il broncio. Non aveva sperato di aver a udire delle parole di rimprovero, ma neppure pensato che cosí presto ella avrebbe saputo far mostra di tanta indifferenza. Poteva ancora far dubitare della sincerità di tale freddezza unicamente il fatto che Annetta non gli dava alcuna lode di aver finalmente assunto il contegno ch’ella aveva desiderato. La lode gli sarebbe spettata e in Annetta era una mancanza del suo preteso freddo raziocinio il non avergliela data. Della novità nel contegno di Alfonso ella non parlò mai; cercava mostrar di non essersene accorta e questo silenzio fu l’incoraggiamento che indusse Alfonso a perseverare.