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giola, la sua vita mostrava il profilo gentile, e la gonnella inamidata, gonfia, ingentiliva la sua magrezza.
Una sera d’aprile, Alfonso uscí dalla casa di Annetta alle dieci e fuori trovò, freccia del Parto dell’inverno, un vento indemoniato sorto da poco piú di un’ora. Fischiava per le vie deserte di città vecchia inviperendosi ove si restringevano. Ospite inaspettato, frantumava le lastre non assicurate, spazzava dai tetti tutto ciò che non vi era solidamente fermato o che non vi apparteneva. Alfonso aveva freddo, ma in quel diavoleto portava seco la felicità di un bacio rubato ad Annetta.
Trovò la famiglia Lanucci ancora a cena con un nuovo ospite, certo Mario Gralli, proto in una tipografia. Era un giovane bruno, gli occhi piccolissimi, ma lo sguardo duro e fiero che lo qualificava furbo e tenace. Glielo presentarono con le solite parole, e Alfonso, poco lusingato di aver da fare la conoscenza di tutto il sobborgo, lo trattò con freddezza. Gralli si alzò per salutare e Alfonso ebbe qualche sorpresa di trovarlo piú piccolo di quanto s’era aspettato al vederlo seduto. Era vestito accuratamente quantunque di stoffe rozze; il solino naturalmente giallognolo si adattava esattamente al collo e la cravatta frusta ma non sucida era annodata con una certa qual civetteria.
Parlava poco e evidentemente mal volontieri. Gettava qua e là qualche monosillabo di risposta contentandosi poi di guardare in faccia chi gli parlava, fisso ma disattento. Non erano gl’imbarazzi di Alfonso, il quale sempre aveva voluto parlare e non aveva saputo, ma indifferenza di piacere. Se ne andò poco dopo la venuta di Alfonso, forse seccato dalla nuova faccia quando appena cominciava a sentirsi bene con gli altri. Quando si alzò, ad Alfonso parve ch’egli abbandonasse la mano di Lucia tenuta nelle sue sotto la tovaglia. Cosí presto tanto innanzi?
Poi gli venne raccontato che Mario Gralli era veramente il primo candidato alla mano di Lucia. Era da qualche tempo intimo di Gustavo cui dava da guadagnare qualche poco facendolo incaricare della distribuzione di alcuni giornali agli abbonati, e a Gustavo l’impieguccio pia-