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trimonio con quell’industriale e il vecchio amore di costui per essa, che di descrivere quel salotto che il lettore non ha piú da rivedere e dare tanti particolari sull’infanzia di Clara.
Gli lesse il suo lavoro. Evidentemente per un gentile riguardo, qualche parola, qualche frase di Alfonso era conservata, ma parole e frasi tanto poco importanti ch’egli non seppe essergliene grato; precisamente quelle parti di cui piú gli sarebbe importato non avevano trovato grazia.
Finito di leggere, Annetta lo guardò in attesa di un entusiastica approvazione, mentre ad Alfonso con grande sforzo riuscí di mormorare una lode che fu troppo fredda. La diminuí ancora, perché non sapendo nascondere il dispiacere di aver lavorato tanto, inutilmente e non trovando prontamente una via per dare sfogo a questo dispiacere senza offendere Annetta, quando gli sembrò di averla trovata la batté risolutamente non curandosi di esaminare prima dove andasse a finire. Non parlò del lavoro proprio o di Annetta in concreto, ma dopo aver detto che infatti quello di Annetta doveva piacere di piú, attaccò le teorie, i propositi di Annetta. Era verissimo che con quelle teorie si sarebbe arrivati al successo, ma negava che valesse la pena di sagrificare ogni superiore scopo artistico a questa fame di un successo effimero.
— Scusi! — lo interruppe Francesca che zitta fino ad allora sembrava non seguisse il filo del discorso, — dal suo volto mi è sembrato di capire che il lavoro di Annetta non le sia dispiaciuto. Non dovrebbe quindi essere antiartistico nel modo che ella dice.
Ad Alfonso sembrò che Francesca accompagnasse la sua frase di un’occhiata che voleva forse invitarlo all’assenso e ne fu tanto sorpreso che non seppe subito distogliere lo sguardo da lei. Aveva collaborato anche Francesca a quel capitolo che lo difendeva? Era ora troppo chiaro che gli veniva imposto di ammirarlo ed egli con la buona grazia che seppe vi si adattò. Disse che il capitolo gli era piaciuto, che combatteva soltanto la massima. Il capitolo invece gli era sembrato brutto, nudo, declamatorio, e lo umiliò di essere costretto a fare quella dichiarazione espli-