Pagina:Svevo - Una vita, 1938.djvu/132

Alfonso notò questo detto come un avvertimento per lui. 

Fumigi accompagnò Alfonso per un tratto di via. S’informava con timidezza sul loro modo di lavorare e sembrava s’interessasse molto all’argomento del romanzo, ma quando affettando indifferenza e guardando altrove chiese quante volte alla settimana si trovassero insieme, Alfonso provò la stessa sorpresa che gli aveva dato lo sbadiglio di Macario: 

— Sono dunque tutti innamorati di Annetta? 

Come erano rimasti d’accordo, andò da Annetta la sera dopo. La trovò in biblioteca che scriveva. Vedendolo fece un movimento d’impazienza soddisfatta. Poi però spinse in disparte il manoscritto e cercò di parlare d’altro, del tempo meravigliosamente mite per quella stagione. Alfonso, che non conosceva alcun motivo ad esitazioni, con un sorriso che domandava compatimento le chiese come le fosse piaciuto il suo capitolo. Era già poco lusinghiero ch’ella per prima non ne avesse intavolato il discorso. 

— Non mi piacque! — gli disse Annetta guardandolo amichevolmente in modo da attenuare la crudezza della sua frase. — È bello di certo, ne riconosco i pregi, ma è grigio. 

Gli raccontò che s’era messa a correggerlo ma che non le era riuscito, e che risolutamente aveva dovuto rifarlo perché doveva confessare che neppure allora sapeva per bene che cosa a quel capitolo mancasse. 

— È fatto tutto di un pezzo! 

Con questa espressione critica si entusiasmò perché sapeva che le cose fatte tutte di un pezzo meritavano lode, e ad Alfonso il cuore batté piú leggiero. 

— È però grigio, molto grigio. Chi vuole che legga volentieri queste filze di pensieri senza interruzione e senza ornamento? E poi ella racconta troppo poco; descrive continuamente anche quando crede di raccontare. Con questa premessa come faremo noi a andare avanti? C’è descrizione per mille parole e racconto per una, mentre era preferibile che fosse viceversa. Era piú importante di esporre la base del romanzo, le prime idee di Clara al ma-