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Con mano nervosa tracciò dei cerchi sulla carta che aveva dinanzi per render chiara quest’idea della divisione. Aveva però delle esitazioni, almeno essa lo asseriva, per spiegare come la divisione dovesse venir fatta nel caso concreto, perché temeva che la parte ch’ella gli riserbava fosse trovata da lui inferiore di troppo. 

— Dica senza riguardi, — le disse Alfonso con un sorriso e arrossendo, — di lavorare m’importa assai, ma non tanto da farmi dimenticare ch’è già un onore per me di essere stato chiamato a suo collaboratore. 

Il complimento non era stato detto male e Annetta ringraziò. 

— Ecco, ella ha idee buone, questo lo sappiamo, e a lei daremo da proporre e sviluppare idee. Io che conosco meglio la società farò il dialogo e farò la descrizione. Ella visse già sempre fra libri. 

Anche quest’osservazione era stata fatta per consolarlo di avergli negato la conoscenza della società. Molto lusingato, Alfonso accettò la proposta. Ogni singolo capitolo doveva venir fatto da lui prima e poi rifatto da Annetta. 

— Spero almeno di essere da tanto di poter riconoscere e lasciare intatte le buone idee. — Piú modesta non si poteva essere. — Oh! questo è stabilito! — ed ebbe un sospiro di soddisfazione come se con ciò parte del romanzo fosse stata terminata. 

— Passiamo ora a stabilire il soggetto! 

Anche qui bisognava fare delle premesse. Era necessario tenersi presente, avvertí Annetta, che a loro occorreva il successo. Avrebbero pubblicato con uno pseudonimo ma, se non c’era il successo, il piacere di tale pubblicazione sarebbe stato troppo piccolo. Non desideravano la gloria futura e non pensavano affatto alla posterità, ma volevano il pronto successo. 

— Anche per raggiungere questo successo io so il metodo. Non ci vuole mica tanto, sa! Sono stata ad osservare per qualche anno quali opere avessero riportato il maggior successo a teatro o nel mondo dei lettori ed ho trovato che tutte erano fatte secondo la stessa ricetta: L’orso