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va di fermarsi in quella stanza. Corrispose con un cenno del capo al saluto di Alfonso.
— Rimanga comodo! — Non salutò Macario e rivolta ad Annetta le disse: — Se avesse bisogno di me, sono in stanza mia.
Aveva tutt’altro contegno del solito, meno libero, piú riservato, ed era molto pallida e vestita piú trascuratamente. La sua figurina accanto ad Annetta mancava di forme. Soltanto il colore caldo dei suoi capelli biondi dava luce alla sua faccia sofferente. Uscí senz’altro e Alfonso vide che Macario guardava con curiosità Annetta la quale, uscita Francesca, gli diede un’occhiata incollerita come per fargli ammirare l’enormità di quel contegno.
— Perché non pubblicare al piú presto qualche lavoro per farsi un nome? Certi giovani per amore all’accuratezza diventano pedanti prima del tempo, preferiscono la lima alla penna e finiscono col non far niente. Io lo so per descrizioni che me ne vennero fatte. Per adoperare la lima occorre, oltre che molto ingegno, molto senno critico. Quando si fa si è artisti, ma quando si lima bisogna essere artisti e scienziati.
Nell’ultima idea il suo volto, ancora molto serio dopo l’uscita di Francesca, si schiarí. Doveva essersi sentita soddisfatta di dirla. Era un’idea del resto della quale Alfonso sarebbe stato superbo. Ella maneggiava con grande libertà quei concettini critici.
— Ella che consiglia a me di pubblicare dà consigli ma non dà esempi. — Breve, breve, ma la frase era stata detta tutta senza esitazioni.
— Per noi donne vi sono altri riguardi. Però — aggiunse ridendo — spero che di qua a qualche mese non potrà piú movermi un tale rimprovero.
Alfonso se ne congratulò. Macario diede un grido di sorpresa e volle sapere qualche cosa del lavoro che Annetta preparava e di cui nulla fino ad allora gli aveva detto. Conoscendo il carattere letterario di Annetta unicamente per la descrizione faceta che gliene aveva fatta Macario, Alfonso pensò che, poiché ella fino ad allora ne aveva taciuto, il lavoro doveva trovarsi in uno stato anche piú em-