Pagina:Svevo - Una vita, 1938.djvu/10

Miceni doleva che Alfonso non ne avesse ricevuto l’invito, perché, con questa prima omissione, vedeva perdersi un’usanza cui egli sembrava tenerci. 

Miceni era un giovine mingherlino con una testa straordinariamente piccola, fornita di capelli neri ricciuti che portava corti. Era vestito da persona che può permettersi qualche lusso, acconciato con accuratezza poi, come il suo tavolo. 

Non solo nel vestire Alfonso differiva dal suo collega. Era pulito, però dal solino di bucato ma giallognolo, alla giubba grigia, tutto dinotava in lui il gusto poco raffinato e il desiderio di spenderli corti. Miceni, vanerello, gli rimproverava che l’unico suo lusso consistesse nei due occhi intensamente azzurri, l’effetto dei quali era scemato, sempre secondo Miceni, da una barba troppo abbondante di color castagno, tenuta senza cura. Alto e robusto, in piedi appariva troppo lungo, e tenendosi con tutto il corpo alquanto chino per innanzi quasi volesse assicurarsi dell’equilibrio, sembrava debole e incerto. 

Entrò correndo Sanneo, il capo corrispondente. Era un uomo sulla trentina, alto e magro, i capelli di una biondezza sbiadita. Aveva ogni parte del lungo corpo in continuo movimento; dietro agli occhiali si movevano irrequieti gli occhi pallidi. 

Chiese un libro d’indirizzi ad Alfonso, e, la parola non abbastanza pronta, con le mani cercava d’indicare la forma del libro, fremendo d’impazienza. Quando l’ebbe, già scartabellandolo nervosamente, guardò Miceni sorridendo con cortesia e lo pregò di rimanere perché doveva dargli ancora del lavoro. Miceni, pronto, si levò il soprabito, lo appese con cura, sedette e prese la penna in mano in attesa delle istruzioni. 

Il signor Sanneo era antipatico ad Alfonso, perché brusco, ma era costretto ad ammirarlo. Di un’attività prodigiosa in un organismo debole, il signor Sanneo aveva una memoria ferrea, sapeva di ogni piccolo affare, per quanto remoto, le piú minute particolarità. Sempre sveglio, maneggiava la penna con rapidità fulminea e non senza abilità. In certe giornate passava dieci ore di fila in ufficio,