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ritto al letto d’Amalia senz’alterare neppure l’espressione della propria faccia.
Scoperse una nuova analogia fra la sua relazione con Angiolina e quella con Amalia. Da entrambe egli si distaccava senza poter dire l’ultima parola che avrebbe addolcito almeno il ricordo delle due donne. Amalia non poteva udirla; ad Angiolina egli non aveva saputo dirla.
XIII.
Egli passò quella notte intera al letto di Amalia in un sogno ininterrotto. Non che avesse pensato continuamente ad Angiolina, ma fra lui e il suo contorno v’era un velo che gli toglieva di veder chiaro. Una grande stanchezza gl’impediva tanto le speranze ardite, che di tratto in tratto aveva pur avute durante il pomeriggio, quanto le disperazioni violente che gli avevano dato il sollievo del pianto.
A casa gli era parso di trovare tutto nello stato di prima. Soltanto il Balli aveva abbandonato il suo cantuccio ed era andato a sedere ai piedi del letto, accanto alla signora Elena. Guardò a lungo Amalia sperando di poter nuovamente piangere. L’analizzò, la scrutò, per sentire tutto il suo male e soffrire con lei. Poi guardo altrove vergognandosi; s’era accorto che nella ricerca di commozione era andato alla ri-