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Il Carini se ne andò promettendo di ritornare il giorno appresso di buon’ora. — Ebbene, dottore? — domandò ancora una volta Emilio con voce supplichevole. Invece di una risposta il dottore disse qualche parola di conforto e di voler rimandare il suo giudizio al giorno appresso. Il Balli uscì col Carini promettendo di ritornare subito; voleva prendere il dottore a quattr’occhi e sentire se avesse parlato ad Emilio con piena sincerità.

Emilio s’aggrappava con tutte le forze alla sua speranza. Il dottore s’era ingannato quando aveva creduto che Amalia fosse una beona; tutta la sua prognosi poteva perciò essere errata. Non conoscendo limiti ai sogni, Emilio pensò persino che la salute di Amalia potesse ancora dipendere da lui. Ella era ammalata prima di tutto, perchè egli aveva mancato al dovere di proteggerla; ora invece egli era là per procurarle tutte le soddisfazioni, tutti i conforti, e questo il dottore l’ignorava. Andò al letto d’Amalia come se avesse voluto portarle soddisfazioni e conforti, ma là si sentì subito inerme. La baciò in fronte, e stette lungamente a guardarla affannarsi per conquistare un po’ d’aria ai suoi poveri polmoni.

Il Balli, ritornato, sedette in un cantuccio quanto più lontano potè dal letto di Amalia. Il dottore non aveva potuto che ripetergli quanto già aveva detto ad Emilio. La signora Elena chiese di poter andare per un istante nel suo quartierino, ove doveva dare qualche disposizione; avrebbe mandata lei la sua