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di Trieste o compiangeva con tono alquanto enfatico la miseria che vi transitava in processione. Di faccia alla sua casa vi era un fornaio e spesso a quella porta si schierava la fila della gente che aspettava il tozzo di pane. Il vecchio compiangeva quella gente che aspettava con tanta ansietà un pane mal cotto che a lui faceva schifo, ma qui la sua pietà era una vera ipocrisia. Egli invidiava coloro che liberamente si movevano per le vie. Puerilmente. In massima egli si trovava bene nella stanza protettrice, ben riscaldata, ma gli sarebbe piaciuto di vedere anche al di là di quella via. Gli esseri che passavano e destavano la sua curiosità, perchè vestiti troppo bene o troppo male, svoltavano ed ecco che per lui erano perduti.

Una notte in cui non poteva dormire, si mise a camminare per la stanza, e nell’ansietà di moversi e di avere una distrazione andò alla finestra. La fila alla porta del fornaio era già costituita, tanto lunga che anche di notte macchiava di nero il marciapiede. Neppure allora compianse sinceramente quella gente che aveva sonno e non poteva andare a dormire. Egli