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vimento era impercettibile. Non si trattava più del dolore, eroico per la sua intensità, di quella notte quando la morte aveva alzato il braccio per dargli il colpo decisivo. Tutt’altro. Forse — come era allora — non valeva più la pena di colpirlo. Egli credeva di stare ogni giorno meglio. Gli pareva che l’appetito anch’esso fosse ritornato. Ci metteva del tempo ad ingoiare le sue minestre insipide e credeva sinceramente di mangiare. In casa c’erano ancora di quelle scatole contenenti cibi eccitanti. Il vecchio ne prendeva una nelle mani tremanti: leggeva il nome della celebre fabbrica e la riponeva. Pensava di conservarla per il giorno in cui sarebbe stato meglio. Per quel giorno erano conservate anche bottiglie di sciampagna. S’era visto che per la malattia quel vino non giovava.

La parte più importante della giornata era quella ch’egli passava ad una finestra nelle ore più calde. Quella finestra era un pertugio per cui si vedeva la vita che continuava a svolgersi sulle strade anche dacchè egli ne era stato esiliato. Se la donna del peccato (così egli la chiamava) gli era vicina, egli criticava con lei il lusso che tuttavia appariva sulle povere vie