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volta? Essa non trovò la variazione che occorreva e ripetè macchinalmente la parola e il gesto che aveva impiegati la prima volta. Anche la terza volta avrebbe detto: — Del denaro? Io non ne voglio! — e l’avrebbe preso dichiarando: — Ma io ti voglio bene! — Dopo la seconda volta restò un po’ turbata e il vecchio attribuì tale turbamento al suo disinteresse. Invece può anche essere ch’essa dubitasse che l’importo datole fosse stato piccolo e frazionato in due per farlo apparire maggiore.
Quest’avventura tanto semplice divenne più complessa nella mente torbida del buon vecchio. È destino! Per un verso o per l’altro, anche quando un vecchio paga sapendo che i favori non possono più essergli regalati, egli finisce sempre col falsare le avventure d’amore e merita presto il riso di Beaumarchais e la musica di Rossini. Il mio buon vecchio, — tanto intelligente — non rise delle parole pur così poco elaborate della giovinetta. L’avventura doveva restare «vera» ed egli collaborava volonteroso alla falsificazione. La giovinetta era tanto graziosa che nessuna sua parola poteva apparire stonata. Ora tale falsificazione