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prova ch’è più lungo di quanto sembri. Misurarlo è difficile e il matematico che volesse farlo sbaglierebbe di grosso e darebbe la prova che non è cosa per lui. Io penso di sapere almeno come alla misurazione si dovrebbe procedere. Quando la nostra memoria ha saputo levare dagli avvenimenti tutto quello che in essi poteva produrre sorpresa, spavento e disordine, si può dire che essi si sono trasferiti nel passato.

Ho pensato tanto a lungo a questo problema che persino la mia vita inerte mi diede l’occasione ad un’esperienza che potrebbe chiarirla se altri volesse ripeterla con istrumenti più precisi cioè mettendo al posto mio un uomo meglio di me educato a registrazioni esatte.

Un giorno della passata primavera Augusta ed io fummo tanto coraggiosi da varcare con la nostra macchina Udine e fare colazione in una celebre locanda ove ancora si conservò l’arte lenta ed infallibile dello spiedo. Poi procedemmo ancora un po’ verso la Carnia per vedere più vicine le grandi montagne. Presto fummo presi dalla stanchezza dei vecchi, quella che proviene loro dall’inerzia in posizione troppo comode. Abbandonammo la macchina e sentim-