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ch’egli poteva guarire Mario da una letteratura, ma non da tutta la letteratura.

Eran tre le gentili soccorritrici e si tenevan per mano, ma ciascuna gli si rivelò distinta al momento opportuno per confortarlo e guidarlo.

Ecco come si manifestò la prima: Mario tremava al pensiero che forse egli non avrebbe saputo essere virile abbastanza per punire il Gaia, non perchè temesse di lui, ma perchè non avrebbe saputo abbordarlo e affrontare la sua derisione meritata. Un uccellino accanto a lui sospirava: — Anche la debolezza ha il suo conforto. — E nasceva la favola: — Un uccellino fu strozzato da uno sparviero. Non gli fu lasciato che il tempo sufficiente ad una protesta molto breve, un solo altissimo grido d’indignazione. All’uccellino parve di aver fatto tutto il suo dovere, e la sua animuccia se ne vantò, e volò superba verso il sole per perdersi nell’azzurro. — Quale conforto! Mario si fermò ad ammirare quell’azzurro cui l’anima degli uccellini appartiene come la nostra al paradiso.

La seconda venne a correggere con un sorriso il proposito gridato ad alta voce di non oc-