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sto? L’ira di Mario traboccò e una volta che la lasciò erompere ne fu più pervaso lui stesso come accade sempre ai letterati per i quali la parola non è uno sfogo ma un eccitamento. Esclamò mettendo anche nella voce tutto il disprezzo che seppe: — Ecco, tu accetti la letteratura con la stessa smorfia con cui inghiotti il tuo acido salicilico. È addirittura offensivo. Si può anche dedicarsi alle cure, ma non oltre ad un certo segno. La propria vita non può essere tanto importante che per prolungarla valga la pena di trasformare in clisteri tutte le cose più nobili di questa terra.

La letteratura, attaccata, aveva reagito offendendo la malattia. Profondamente, Giulio cercò la parola ma non trovò neppure il fiato. Mario andandosene aveva rinchiuso la porta, ma la notte dell’ammalato fu tutta insonne, perchè egli la passò dapprima cercando di convincersi che non era colpa sua se era ammalato, ciò ch’era difficile, visto che il suo medico continuava ad asserire che la malattia era stata provocata da errori di vita e di dieta; eppoi ad indignarsi contro Mario che disprezzando le cure cui egli era costretto, dava segno di voler la sua