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e acquistava così il diritto di traduzione del romanzo in tutto il mondo. — Per l’Italia rimani tu il proprietario. Ho pensato di riservare a te questa proprietà, perchè chissà che valore potrà acquistare il romanzo in Italia quando si saprà ch’è stato tradotto in tutte le lingue. — Per essere più chiaro ripetè: L’Italia resta a te, intera. — E non rise, il volto addirittura ghiacciato nell’espressione dell’uomo che aspetta consenso e plauso.

Mario ringraziò con effusione. Gli pareva di vivere in un sogno. Avrebbe abbracciato il Gaia, e non perchè gli aveva regalato l’Italia, ma perchè prevedeva che anche in Italia, presto, il romanzo si sarebbe conquistato il suo posto al sole. Si rimproverava l’istintiva antipatia che per lui aveva sempre sentita, e s’andava persuadendo all’affetto: — È più che buono, è utile. Ci guadagno io, ed è tanto bello da parte sua di dimostrarsene soddisfatto.

Ricordava però l’angoscia sofferta la notte e, attaccandosi affettuosamente al braccio del Gaia, propose che nel contratto fosse inserita una clausola che obbligasse il Westermann alla pubblicazione del romanzo almeno in tedesco