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dello scritore non fossero, come sono, tali da superare le barriere dell’attuale nostra narrativa in modo ben più profondo di quello rappresentato da premi, riconoscimenti ufficiali ed altre rumorose forme di pubblicità. Soltanto ad alcuni professionali della letteratura o ad alcuni teorici di un paesanismo altrettanto angusto che umiliante per il nostro paese, questa constatazione può dispiacere. Sono ormai rimasti in pochi, per fortuna: e molti segni ci dicono che anche dal loro drappello s’alzano già lagni di convertiti e palinodie.


Eugenio Montale.


Aprile 1929.



Intorno allo Svevo cfr. il libro di F. Sternberg, il quale non manca, pur nel suo fatras, di calore umano; il fascicolo del Convegno del Gennaio - Febbraio 1929, che contiene una ricca bibliografia e vari studi fra i quali, importante nella parte analitica, uno di Giacomo Debenedetti; e il numero di Solaria ch’esce contemporaneamente a questo volume ed è ricco di oltre trenta testimonianze di scrittori italiani e stranieri.