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farsi di un’epoca troppo lunga di serietà.

La iniziò con veemenza: — Dimenticavo di dirtelo. Tutto si dimentica in una giornata simile. Sai chi ho visto nella folla plaudente? Il rappresentante dell’editore Westermann di Vienna. M’avvicinai a lui per seccarlo. E invece che risentirsi, mi parlò subito di te. Mi domandò quali impegni tu avessi col tuo editore per quel tuo vecchio romanzo Una Giovinezza. Se non erro, tu l’hai venduto quel libro?

— Nient’affatto, — disse Mario con grande calore. — È mio, del tutto mio. Pagai le spese dell’edizione fino all’ultimo centesimo, a dall’editore non ebbi mai niente.

Parve che il commesso viaggiatore desse grande importanza a quanto apprendeva. Egli ben sapeva quale aspetto dovesse assumere un uomo quando improvvisamente vede affacciarsi la possibilità di un buon affare, perchè egli aveva almeno una volta al giorno quell’aspetto. Si raccolse e s’inarcò come se avesse voluto prendere uno slancio: — C’è allora la possibilità di vendere quel romanzo — esclamò. — Peccato ch’io non lo avessi saputo. E se ora buttano subito fuori di Trieste quel tedescone?