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di esso, ma per il benessere assoluto che gli derivava dal piacere di sentire certi suoni e pensieri.

Perciò le cose avviate a questo modo proseguirono inalterate sino alla fine della guerra, e la guerra durò tanto che il romanzo — contrariamente a quanto aveva asserito l’unico critico che se ne fosse occupato — fu troppo corto. Ma nè per Giulio nè per Mario ciò fu una grande difficoltà. Giulio dichiarò: — Mi sono tanto bene abituato alla tua prosa che mi sarebbe difficile di sopportarne un’altra, di quelle irose ed enfatiche. — Mario, beato, ricominciò da capo, sicuro di non annoiarsi. La propria prosa è sempre la più adatta al proprio organo vocale. Si capisce: Una parte dell’organismo dice l’altra.

E Mario, passando di successo in successo, si esponeva più inerme alla trama che si doveva ordire a suo danno.