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lo scopo principale della favola. C’era stato lo sfogo e non andava a colpire il contadino, proprio come non lo meritava. Perciò studiandola si scopre nella favola una manifestazione di riconoscenza, benchè non forte.

I due fratelli vivevano con rigida regolarità. Non sconvolse le loro abitudini neppure la guerra che disordinò tutto il resto del mondo. Giulio lottava da anni e con buon successo contro la gotta che gli minacciava il cuore. Andando a letto di buon’ora, e contando i bocconi che si concedeva, il vecchio, di buon umore, diceva: — Vorrei sapere se, tenendomi vivo, truffo la vita o la morte. — Non era un letterato costui, ma si vede che, ripetendo ogni giorno le stesse azioni, si finisce con lo spremerne tutto lo spirito che ne può scaturire. Perciò all’uomo comune non è mai raccomandata abbastanza la vita regolata.

Giulio, d’inverno, si coricava proprio col sole, e d’estate molto prima di esso. Nel letto caldo le sue sofferenze s’attenuavano ed egli lo abbandonava ogni giorno per alcune ore, unicamente per conformarsi al volere del medico. La cena era servita accanto al suo letto, e i due