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passava il suo tempo fra letto e lettuccio, era un posto raro a questo mondo perchè Mario vi trovava una pace ch’egli diceva silenzio e raccoglimento, mentre era qualche cosa che più fortunati di lui trovavano in luoghi specialmente rumorosi.

Piena di gloria, quella stanza conteneva poche altre cose. Un desco leggero che veniva spostato dal centro, ove i due fratelli prendevano la colazione, ad un cantuccio accanto al letto ove desinavano. Da poco tempo in quella stanza da pranzo era stato posto il letto di Giulio. Durante la guerra il combustibile era caro, eppoi quella era la stanza più calda della casa, per cui l’ammalato, durante l’inverno, non l’abbandonava mai. Nelle lunghe sere invernali, in quella stanza, il poeta sosteneva il gottoso ed il gottoso confortava il poeta. La somiglianza di tale rapporto con quello dello zoppo e del cieco è evidente.

Per un caso singolare i due vecchi ch’erano stati sempre poveri, non ebbero a sopportare delle grandi sofferenze durante la guerra che fu tanto dura a tutti i Triestini. I loro disagi furono diminuiti da una grande simpatia che Ma-