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II


La presunzione di Mario non faceva del male a nessuno, e sarebbe stato umano di lasciargliela. Giulio la tutelava tanto bene che con lui Mario non arrossiva neppure quando s’accorgeva d’averla manifestata. Anzi Giulio l’aveva intesa tanto bene da adottarla con più chiarezza che non ci fosse in Mario stesso. Anche lui, dinanzi ai terzi, si guardava dal proclamare la sua fede nel genio del fratello, ma senza sforzo, solo per conformarsi a quanto vedeva fare da Mario stesso. E Mario sorrideva dell’ammirazione del fratello, non sapendo ch’era stato lui che gliel’aveva insegnata.

Ma ne godeva, e la stanza dove l’ammalato