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rono rimandati da un’eco enorme. Ne ero frastornato, ma urlai ancora per chiamare mia figlia: — Emma, Emma, Emma! —
Ed infatti dal fondo della grotta mi pervenne la risposta di Emma, il suono della sua voce tanto infantile ancora: — Eccomi, babbo, eccomi.
Mi parve non avesse risposto subito. Ci fu allora un violento sconvolgimento che credetti dovuto al mio salto nella cassa. Pensai ancora: — Sempre lenta quella figliuola quando si tratta di obbedire. — Questa volta la sua lentezza mi rovinava ed ero pieno di rancore.
* * *
Mi destai. Questo era lo sconvolgimento. Il salto da un mondo nell’altro. Ero con la testa e il busto fuori del letto e sarei caduto se mia moglie non fosse accorsa a trattenermi. Mi domandò: — Hai sognato? — E poi, commossa: — Invocavi tua figlia. Vedi come l’ami?
Fui dapprima abbacinato da quella realtà in cui mi parve che tutto fosse svisato e falsato. E dissi a mia moglie che pur doveva saper tut-