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tento, da quel buon schermitore che era, come se studiasse dove assestare la propria stoccata. Ma anche l’Alberi era bello, tanto asciutto, ma tuttavia sano, mobile e sereno.

E ricordo anche gli augurii e i saluti interminabili al momento della separazione. La sposa mi baciò con un sorriso che mi parve ancora materno. Accettai quel bacio, distratto. Speculavo quando mi sarebbe stato permesso di spiegarle qualche cosa di questa vita.


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In quella, da qualcuno, fu fatto un nome, quello di un’amica di mia moglie e antica mia: Anna. Non so da chi nè a che proposito, ma so che fu l’ultimo nome ch’io udii prima di essere lasciato in pace dai convitati. Da anni io usavo vederla spesso accanto a mia moglie e salutarla con l’amicizia e l’indifferenza di gente che non ha nessuna ragione per protestare d’essere nati nella stessa città e nella stessa epoca. Ecco che ora invece ricordai ch’essa era stata tanti anni prima il mio solo delitto d’amore. L’avevo corteggiata quasi fino al momento di