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una sua propria relazione pura con la gioventù. Coi figli la purezza era facile, ma non poteva mica essere impura coi compagni dei figli. Il vecchio — se puro — sarebbe vissuto più sano e più a lungo, ciò che secondo lui sarebbe stato una bella utilità per la società.

Il primo capitolo era anch’esso una prefazione. Bisognava pur descrivere lo stato attuale delle cose! I vecchi abusavano della gioventù e la gioventù disprezzava i vecchi. I giovini facevano delle leggi per impedire ai vecchi di restare alla direzione degli affari e dal canto loro i vecchi ottenevano delle leggi per impedire l’ascensione dei giovini quand’erano troppo giovini. Non rivela questa rivalità uno stato di cose pernicioso per il progresso umano? Che c’entrava l’età nella designazione ai pubblici uffici?

Queste prefazioni di cui io dò solo il nocciolo diedero da fare e molta salute al povero vecchio per vari mesi. Poi ci furono altri capitoli che camminarono abbastanza facilmente e non l’affannarono ad onta del suo stato di debolezza: i capitoli polemici. Uno fu dedicato a negare che la vecchiaia sia una malattia. Al