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rizzonte dove tramontava il sole, con tutt’altro occhio — a lui pareva — di quello che aveva avuto in passato per le bellezze della natura. Gli pareva di esserne più intimamente parte ora che meditava su alti problemi invece di fare affari. E guardava il mare colorito e il cielo terso associandosi in certo modo a tanta purezza perchè se ne sentiva degno.

Poi cenava e passava ancora un’oretta a bearsi del proprio lavoro rileggendo le cartelle che andavano accumulandosi in un cassetto del suo tavolo. Nel suo letto puro, accompagnato dalla sua teoria, dormiva di un sonno sereno. Una volta sognò della sua giovinetta vestita di cenci colorati e non ricordò neppure in quel sogno ch’esistesse quell’altra giovinetta dalle calze di seta. Con essa parlò in tedesco ch’essa parlava intelligibilmente. Niente di eccitante neppure quella volta e a lui ciò parve una grande prova della riacquistata salute.

Avrebbe voluto avere accanto a sè qualcuno cui poter leggere l’opera sua e controllarla sulla propria viva voce e sulla faccia altrui. Ma questa facilitazione non potè avere. Egli sapeva, con la pratica di scrittore che aveva già