Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/109


— 99 —

ta. Ecco ch’essa almeno non avrebbe più avuto alcun bisogno di vendersi.

L’educazione della giovinetta avrebbe cominciato quando egli, dopo di essersi raccolto, sarebbe stato capace di dargliela. Impiegò alcuni giorni a rifare gli appunti stesi il giorno prima e che dovevano servire di base alle prediche che voleva tenere alla giovinetta. Poi li distrusse non essendone soddisfatto. Egli ora sapeva esattamente dove stava l’errore commesso da lui e da lei e che aveva procurato a lui la malattia e a lei la corruzione. Non era il fatto di non aver pagato adeguatamente l’amore o di avere abbandonato la giovinetta che doveva rimordergli. Egli aveva sbagliato quando l’aveva accostata a quel modo. Era quello l’errore che bisognava studiare. Perciò cominciò a stendere nuove note sui rapporti che dovevano e potevano correre fra giovani e vecchi. Egli sentiva di non aver diritto d’interdire l’amore alla giovinetta. L’amore, per essa, poteva ancora essere morale, ma bisognava interdirle ogni amore disordinato e prima di tutto l’amore coi vecchi. Nei suoi appunti, per qualche tempo, egli cercò di cacciare accanto ai vec-