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divano come se l’avesse fatta lui così bella. Poi essa s’aggrappava a un trapezio che attaccato ad un trolley camminava in circolo proprio al di sopra di tutta quella gente. E come essa passava tutti le carezzavano le gambe. Anche lui ansioso aspettava quelle gambe per carezzarle, ma a lui mai giungevano e quando a lui giunsero non ne aveva più bisogno. E tutta quella gente si mise a urlare. Urlava una parola sola, ma egli non la intese finchè non fu trascinato ad urlarla anche lui. Suonava: aiuto!

Si destò coperto da un sudore freddo: la grande angina lo crocifiggeva sul letto. Moriva. La morte, nella stanza, non era rappresentata che da un batter d’ali. Era la morte stessa che era penetrata in lui assieme alla spada velenosa che s’arcuava nel suo braccio e nel suo petto. Egli era tutto dolore e paura. Più tardi pensò che alla sua disperazione avesse collaborato anche il rimorso per il sozzo sogno. Ma nel grande dolore potevano capire tutti i sentimenti che nella sua vita gli avessero offuscata l’anima e perciò anche la sua avventura con la giovinetta.

Quando il dolore e la paura sparvero egli stu-