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Qui, ad onta della sua lontananza dal predicatore, la quale avrebbe dovuto impedirgli d’intervenire anche per il rumore assordante del treno, il signor Aghios s’apprestò ad urlare la sua protesta. Aveva taciuto col figliolo suo, ma qui non c’era ragione di tacere. Ci si trovava nella grande libertà del viaggio.

Ma in quel momento il giovanotto sofferente, che aveva provato delle difficoltà per stare a sentire, si lasciò ricadere sul cuscino dietro di sé, allontanandosi da chi gli parlava e disse: «Ne parlerò col medico condotto». Era stanco e si coperse gli occhi. La posizione faticosa gli aveva dato il sentimento del mal di mare.

Il predicatore apparve per un momento stupito e offeso. E il signor Aghios dovette trattenersi per non ridere. Parlare di cose simili col medico condotto? Certo il predicatore non era medico, ma non era neppure medico condotto e credeva perciò di avere un maggiore diritto di parlare di scienza.

Poco dopo il giovanotto si levò, prese a mano la sua valigetta e uscí sul corridoio per essere pronto ad abbandonare il treno alla prima fermata. Alla fermata il signor Aghios lo seguí per guardare due cose. Prima di tutto volle vedere se il giovanotto veramente scendesse o se avesse voluto abbandonare un luogo ove era stato posposto ad un medico condotto. Scendeva realmente in una stazioncella piccola e il signor Aghios lo seguí con l’occhio come si moveva lento e sicuro e spariva nella casuccia, la porta del piccolo luogo per la quale entrava cosí la grande scienza della psicanalisi. Poi il signor Aghios guardò nel corridoio sperando di rivedere la giovinetta dagli occhi azzurri ch’egli era stato in procinto di abbracciare. Non c’era. Che cosa facevano dunque tutti quegli uomini in piedi? Essendo uscito sul corridoio il signor Aghios volle darsi un contegno e accese una sigaretta in mezzo a quegli uomini che, in piedi, aspettavano di arrivare alla meta. Egli non ambiva di parlare con loro, perché sul corridoio si sentiva come sulla via. Non era nella propria società, cioè nel proprio compartimento. Guardò fuori della finestra e cominciò a contare i pali del