Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/42

può e si deve. E il signor Aghios assurse anzi ad un pensiero altamente filosofico: Se il signor Iddio ci avesse fatti proprio allo scopo di vederci agire proprio come lui vuole, non ci sarebbe stato scopo alla creazione. Egli ci fece, eppoi stette a guardarci con curiosità e mai con ira. Perciò il signor Aghios desiderava le donne degli altri, senza averne rimorso.

Si vantava invece che, ad onta di tale desiderio, egli mai aveva tradito la moglie. Com’era stato bravo, essendo fatto cosí, di non averla effettivamente tradita. In questo momento in cui dalla famiglia si divideva con qualche rancore, ammetteva anche d’essere stato sciocco. Ma però la donna — il signor Aghios lo sapeva — non è mai a buon mercato. Vuole i denari, il cuore, la vita. Invece non costava nulla di guardarla e desiderarla e questo, certamente, era troppo a buon mercato. Perché la donna, quand’è bella, dà subito molto e in primo luogo il sentimento dell’umanità allo straniero e a tutti. Altro che il saluto scimmiesco fra sconosciuti! Bisogna trovarsi per vari mesi isolato in un paese ove si parla una lingua incomprensibile, evitati dal prossimo solo perché non vi conosce e vi sospetta perciò capace di furti e omicidii, e scoprire ad un tratto l’intimo vostro nesso con tutti costoro, la vostra appartenenza a quel paese, il vostro innato diritto di cittadinanza nello stesso alla vista di un occhio luminoso, di un piedino nervoso, di una capigliatura dal colore e dall’assetto sorprendente. Piú giovine allora, la prima sua occhiata era stata un vero proprio inizio di una relazione sociale. Un inizio entusiastico: Era come se fosse entrato nella casa di un intimissimo amico, addobbata per farvi onore, con tanto di benvenuto stampato sulla porta. Con quell’occhiata il signor Aghios diceva: “Ti conosco perché sei bella”. E l’inglesina rispondeva in lingua intelligibilissima, cioè con un’occhiata: “Come sei amabile tu cui piaccio tanto. Piú amabile di colui cui diedi tutto e che non sa piú che farsene.” Dopo un discorso simile il signor Aghios non aveva piú bisogno dell’assenzio, perché gli pareva di trovarsi nella patria ideale dove tutti s’intendono e s’amano.

Era anzi comodo che l’inglesina non sapesse altro linguag-