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grotta tre anziché due esseri viventi. Impossibile! Le cose per maturarsi hanno bisogno di nove mesi.

Arrivò al compartimento cui aveva mirato, ma i posti vi erano occupati ad esuberanza. Anzi, da una parte, sedevano addirittura in cinque. Fra quei cinque una donna, elegante ma non bella, con uno di quei cappelli che coprono la fronte e anche una parte degli occhi. Essa s’era un po’ stesa: Le sue gambe calzate di seta, i piedini piccolissimi in scarpine nere di lacca. Il signor Aghios, che per sfuggire alla ressa del corridoio s’era messo in mezzo allo scompartimento arrivando a tenersi alla stanga di ferro che sosteneva la rete dei bagagli, non fissò troppo la signora, perché dovette provvedere a tenersi in piedi. Ma il suo disturbo non gl’impedí di pensare che quei cappelli che coprivano la testa, la fronte e gli occhi delle donne erano seccanti. La moda era fatta dalla maggioranza e perciò bisognava ritenere che la massima parte delle donne avesse le gambe fatte bene e male la testa. Poi il movimento del treno lo fece volgere alla signora e s’accorse ch’essa aveva accondisceso al suo desiderio non manifestato e che s’era levata il cappello che le giaceva ora in grembo. No! La sua faccia non era bella, ma doveva esserlo stata. Una faccia ch’era stata alterata e consumata dalla vita, ridotta a linee rigide, prodotte da un duro scalpello, che la rendevano lunga. I capelli bruni, ricci ad arte, le coprivano gli orecchi. Ma il piedino era grazioso, piú piccolo della piccola scarpina di lacca.

Un giovinetto (il quinto su quel sedile) si alzò e offerse il suo posto al vecchio. «Grazie! Grazie! Ma perché?» disse il signor Aghios. «Posso rimanere qui.»

«Io vado in corridoio» disse il giovinetto. Non ebbe un sorriso di benevolenza pel vecchio cui usava tanta cortesia. E uscí pestando il piede alla signora che non l’aveva ritirato in tempo.

Il signor Aghios s’assise sul breve spazio che gli era stato lasciato libero accanto alla finestra. Peccato che il giovinetto (lungo, bruno, rude) non aveva accompagnato il suo dono di una parola gentile. Sarebbe stato tale un bell’esordio al viag-