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lesse far vedere a degli estranei un dolore esagerato perché la lasciava sola. Eppure pareva che quel grande gesto fosse accompagnato da grida.

Poi, quando non la vide piú, indovinò. Con quel gesto essa aveva voluto fargli un’ultima raccomandazione di badare ai denari che aveva nella tasca del petto. Meno male! Sorrise e, obbediente, per attenuare il rimorso che sentiva di amare la moglie piú che mai ora che non la vedeva affatto, si toccò con grande energia la tasca del petto. Il portafogli, gonfio delle trenta banconote da mille, c’era tuttavia.


II

MILANO - VERONA


Ora bisognava tentare di procurarsi un posto. Intanto non era facile al vecchio signore di moversi in quel corridoio mentre il treno filava a tutta velocità, sobbalzava e percorreva certe curve in modo da far sentire al corpo un’irresistibile attrazione ora da una parte ora dall’altra. Deciso il signor Aghios si diresse al prossimo compartimento domandando scusa a destra e sinistra. E subito ebbe la prima avventura amorosa. Una graziosa giovinetta si fece in disparte, fin dove la parete lo permetteva, per fargli posto e il signor Aghios la guardò con un sorriso che volle paterno, pensando però che non sarebbe stato male se lo scompiglio in quel breve spazio l’avesse gettato su lei. Ma il movimento del treno, quasi a farlo apposta, lo inchiodò sulla parete di faccia. Continuò a sorridere alla signorina che lo guardava ansiosa con grandi occhi azzurri temendo di vedersi capitare addosso il grosso uomo malsicuro. Egli dovette procedere e allontanarsi sorridendo alle cieche forze fisiche che s’erano messe al servizio della morale. Altre volte altrettanto ciecamente avevano promosso il piacere degli uomini, come in quell’antica storiella dei due amanti chiusi da una valanga in una grotta provvista di alimenti. La sorpresa in primavera di trovare in quella