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rio si meravigliava che con lui tutti volessero aver ragione. Già! Lo vedevano debole! In barca si sentiva abbastanza sicuro ed era anche capace di lanciare delle insolenze, un po’ masticando ma le diceva. Aveva in certo qual modo la convinzione che nei rii non si potesse procedere senza bestemmiare. Quello che non aveva capito era che per procedere bisognava anche vogare pur essendo a poppa. Egli si spingeva da un palazzo all’altro con le mani o coi piedi e il remo si moveva proprio soltanto quando le sue membra non servivano.

Marianno vogava ma senza troppo affannarsi. Egli non amava quella gita. Preferiva le Calli affollate ai rii deserti e guardava con desiderio la folla di gente che passava sui ponti. Le due città di cui una lieta e affollata e l’altra triste e dura s’incontravano per brevi tratti. Il silenzio del rio era interrotto bruscamente da una fondamenta rumorosa o da un ponte ch’era parte di un’arteria principale e come la barca s’allontanava da quel punto si ritornava al silenzio interrotto dalle bestemmie di qualche gondoliere cui la barca di doghe dava noia.

Poi si arrivava al rio deserto in vicinanza della bottega. Alessandro respirava. Marianno legava la barca e s’improvvisava un ponticello alla riva. Il trasporto delle doghe si faceva su un piccolo carretto a una ruota. Quand’era colmo, Marianno lo spingeva a bottega traverso una calle stretta e deserta ove i suoni si prolungavano per un’eco. Per far presto, nella bottega, Marianno ribaltava in un canto il carretto e ritornava alla barca non senza aver avuto il pensiero matematico che ogni catasta di doghe in lui destava: “Quanti lati di una simile catasta dovrei contare per sapere la quantità di doghe?”.

A notte la barca era vuota e bisognava riportarla. Una volta accadde che durante lo scarico della barca Alessandro trovò il modo di ubriacarsi. Da uomo prudente anche quando era ubriaco rifiutò di stare a poppa e cosí avrebbe dovuto starci Marianno che non aveva idea del lavoro tutt’altro che semplice che bisognava fare a poppa di una barca per dirigerla. Per fortuna passò di là Menina e i due ragazzetti si misero a vogare. Menina trovava dolce di poter insegnare lui