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Giorgio aperse gli occhi e stirandosi come se si fosse destato allora allora, brontolò: «Già oggi non se ne trova. Resterò ancora un poco a letto».

Giovanni esclamò: «Oh! il signore! Continui pure a riposare». Uscí sbattacchiando dietro a sé l’uscio.

Già cosí, senza chiave, dal di fuori non si poteva entrare, ma a Giorgio non bastò. Si levò e andò a tirare il catenaccio. Poi trasse dalle tasche le banconote e le contò.

La vista di quel denaro gli dava un sentimento di certo non giocondo: Era il ricordo del suo delitto e poteva divenirne la prova. La vista della via illuminata dal sole mattutino lo aveva agitato e invano, affannosamente, per essere di nuovo soddisfatto della sua azione, andava calcolando quanti anni con quella somma avrebbe potuto vivere libero e ricco. La preoccupazione maggiore interrompeva il calcolo e la compiacenza. “Dove celarli?”

Il pavimento era coperto di tavole che all’infuori di qualche leggera saldatura alle estremità erano semplicemente poggiate sul terrazzo. Di buoni nascondigli ve n’erano abbastanza, ma nessuno sicuro perché essendovi in tutta la stanza un solo armadio, e quello senza chiave, i due inquilini avevano l’abitudine di usare spesso di quei ripostigli.

Ma le buone idee non mancavano a Giorgio. Nascose le banconote sotto il materasso di Giovanni.

Mentre era intento al lavoro con un sorriso di compiacenza sulle labbra, un leggero rumore proveniente da un canto della stanza lo fece trasalire e abbandonato un tavolo che aveva sollevato, questo, cadendo, gli contuse una mano, producendogli un dolore che dovette morsicarsi le labbra per non gridare. Gli parve che quello schiamazzo somigliasse a quello di una lotta e fu tale il suo spavento che quando si calmò, avvilito dovette riconoscere che se le buone idee non gli mancavano, gli mancava qualche cosa che avrebbe potuto essergli di utilità immensamente maggiore in quelle circostanze.

Decise di non uscire per il momento. Gli era ben facile di trattenersi là nella semioscurità piuttosto che di andare al sole, sulla via. Vedeva la luce che penetrava dall’unica finestra