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non s’era sentito cosí forte ed elastico, pronto a lottare o a fuggire. Pareva che il suo organismo avvisato del pericolo che correva avesse raccolte tutte le forze per mettergliele a disposizione in quel frangente.

Il suo passo risonava forte nel locale vuoto e destava una eco confusa. Le due friulane alzarono il capo e lo guardarono.

Egli picchiò al finestrino della dispensa per chiamare l’impiegato e non senza sforzo, seppe attendere senza muoversi i parecchi minuti che costui ci mise a rispondere.

«Un biglietto per Udine!»

«Che classe?»

Non ci aveva pensato.

«Terza.» Non sceglieva quella per economia ma per prudenza; bisognava viaggiare in conformità ai vestiti molto sdrusciti.

«Andata e ritorno» aggiunse rapidamente e sorpreso della buona idea venutagli.

Per pagare levò un pacco di banconote ma le rimise subito in tasca; ve ne erano da mille fiorini. Trovò un piccolo pacchetto da dieci fiorini e pagò.

Gli sembrò che l’opera fosse compita a metà ora che aveva il biglietto in tasca. Anzi meglio che a metà perché non aveva piú da parlare con nessuno. Gli bastava sedersi tranquillamente nel suo compartimento con quelle friulane che gli davano poco sospetto e il resto era affare della locomotiva.

Bisognava occupare in qualche modo il tempo che mancava alla partenza. Pose le mani in tutte le tasche e palpò i biglietti di banca. Erano soffici quasi volessero simboleggiare la vita che potevano dare.

Cosí con le mani in tasca si appoggiò ad un pilastro della porta, il punto piú oscuro dell’atrio donde poteva sorvegliare tutto l’ambiente senza venir veduto. Anche sentendosi perfettamente al sicuro non voleva tralasciare alcuna precauzione.

Non sentiva una grande gioia al contatto delle banconote e andava dicendosi ch’era perché non se ne sentiva ancora sicuro possessore. Invece, anche senza questo dubbio, il pensiero del suo delitto non avrebbe lasciato luogo in lui ad altri