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tometteva per vero, grande amore. Ma se poteva si sottraeva e, se lasciata libera, domandava di essere risparmiata.

«Già!» interruppe il signor Aghios. «Madre natura creò il Piacere per garantire la riproduzione. Una volta garantita questa, se il piacere tuttavia persiste è per dimenticanza come dagli insetti certi colori che persistono talvolta anche quando la stagione dell’amore è passata. Non si può mica essere tanto precisi in un’azienda tanto vasta.»

«Può essere sia cosí» disse seccamente il Bacis. «Ma anche qui ci fu una dimenticanza. Perché madre natura dimenticò di spegnere l’incendio anche da me?»

«Oh! bella!» disse l’Aghios e furono parole dettate dal vino. «A madre natura non sarebbe mica spiaciuto che voi aveste procurato un bimbo anche alla Berta. Essa ha sempre a fare. Siamo in tanti! Non elimina che chi non serve piú.»

«Mai! Mai!» gridò il giovine con veemenza. «Berta, la nemica, la sprezzatrice di Anna!»

Il signor Aghios rimase scosso. Egli ora sapeva come la storia sarebbe finita. Il Bacis stava dinanzi a lui, acceso, innamorato, disperato, il vero ultimo capitolo del romanzo. Non avrebbe piú bisogno di sentire altro.

Il Bacis continuò il suo racconto con una certa fretta di finire. Anna dopo averlo respinto quale amante, in un certo modo, lo privò anche del suo amore, del suo grande amore che s’era manifestato prima di tutto nella sua assoluta discrezione e nella sua rassegnazione alla parte ch’egli le aveva attribuita. Poi lo tradí confidandosi a Giovanni. Giovanni, da cane fedele, parlò col Bacis e gli propose di far sposare la fanciulla da un giovanotto loro contadino, ma zotico, nato apposta per quella parte.

«Ciò avvenne» disse il Bacis «nove giorni or sono.» Contò sulle dita: «Sí! proprio, lunedí facevano gli otto giorni. Pare impossibile! Io allora ero ben altro uomo, perché ringraziai Giovanni e consentii al suo piano. La mia metamorfosi cominciò la sera stessa quando bussai alla porta della giovinetta e non mi fu aperto. La chiamai ed essa venne fino alla porta per dirmi a bassa voce due volte: “No! No!”.