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i 24,000 di oggi (che pure senza la ferrata in ogni anno si accrescono) ascenderanno a 30,000 soltanto. Queste cifre riunite ci danno 95,000, cioè 32,500 viatori statisti, e 15,000 esteri, da duplicarsi per l’andata e ritorno.

Più esteso e più dettagliato è il calcolo sulle merci; e molti sono gli elementi, sopra i quali ragionevolmente può basarsi.

Tuttociò che Roma trae dall’estero pel suo consumo in manifatture,materie grezze, chincaglie, coloniali, metalli e legni lavorati, salumi ec. ec., e parte dei cereali, legna e carbone che trae dallo Stato; tutto direttamente o indirettamente, per la via d’acqua o di terra, le viene da Civitavecchia; e tutto o quasi tutto (come dimostreremo) percorrerà la via ferrata. Nè si objetti che molte merci vanno dall’estero direttamente al Tevere, senza neppure toccare il porto di Civitavecchia: perchè a questa fatto verissimo opporremo le seguenti considerazioni per ben sperare che, attuata la strada ferrata, preferiranno questa a quella del Tevere.

Sebbene i noleggi ordinariamente non soffrano alterazione di prezzo in ragione della maggiore distanza; pure lo soffrono in ragione sia dei pericoli, sia delle spese maggiori che esistono fra un’approdo e l’altro. Quindi è di fatto, che mentre i noli da uno scalo estero, per esempio da Londra, da Gibilterra, da Marsiglia, da Genova, non soffrono diversità fra Livorno e Civitavecchia, ed allo stesso saggio si praticano per l’uno e per l’altro porto; la soffrono grandissima fra Civitavecchia e Fiumicino per le seguenti cagioni:

(a) Difficoltà di approdo. Niuno crederà più facile entrare a Fiumicino di quello che nel porto di Civitavecchia.

(b) Pericolo. La spiaggia, la foce di un fiume, è sempre più pericolosa di un porto.

(c) Spese. A Fiumicino sono costretti i bastimenti ad alleggerire, travasando in navicelli. Questa spesa detta d’alleggio, come quella di rimurchio, è a carico del basti-