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quasi appositamente fabbricata, sia per l’ampiezza, sia per la decenza e direm lusso, non sarebbe indegna di una Capitale. Oggi Civitavecchia ha diligenze che partono a tutte l'ore; ha carri che incessantemente trasportano merci, e non bastando ai trasporti i suoi, vi concorrono ancora quei di Viterbo. Vediamone l’attuale movimento.

Nel N.° 11 delle strade ferrate si da il computo dei passeggeri sbarcati, imbarcati, di transito in questo porto negli anni dal 1842 al 1846 inclusive, cifre estratte dal giornale del Commercio di Firenze, e che si dicono esatte. E noi non possiamo smentirle perchè vere. Ci giova osservare che se nell’anno 1842 il totale delle persone fu di 20,698, andò in ogni anno accrescendosi, sino a che nel 1846 fu di 24,195. Questo computo però non comprende che gli esteri, e vi mancano gli Statisti, non solo di Roma e Civitavecchia, ma della provincia eziandio, che non s’imbarcano nè si disbarcano, e pure vanno da Civitavecchia a Roma e viceversa; perlocchè non è esagerato il dire che questa strada viene ora percorsa da 30,000 persone.

In riguardo alle merci è un fatto positivo, che non meno di dodici mila tonnellate di esse corrono ora su questa strada. È cosa lieve, è vero; ma si deve por mente che la strada è assai disastrosa; che pei carri vi abbisognano quasi due giorni; e che la maggior parte delle merci si reca in Roma per la via di mare a Fiumicino. Attuato il rotedotto, moltissime merci, come dimostreremo fra poco, preferiranno la via di terra a quella d’acqua.

Dopo questo quadro del passato e del presente, che è pura storia, vediamo quali speranze in avvenire somministri la strada ferrata. Incominciamo dalle persone.

L’esperienza insegna, che il movimento in una strada a ruotaje corrisponde per lo meno ad un terzo della popolazione che vi è interessata. Ora sommando colla popolazione di Roma quella della provincia di Civitavecchia, avremo non meno di 195,560 persone, e quindi un